Un nuovo studio pubblicato su Scienze sociali, psicologiche e della personalità suggerisce che le percezioni positive delle istituzioni nazionali sono associate a un maggiore favoritismo verso i concittadini rispetto agli stranieri.

Secondo una ricerca pubblicata questa settimana, le persone che hanno maggiore fiducia nelle istituzioni del proprio paese mostrano un forte favoritismo all’interno del gruppo, preferendo riporre fiducia nei concittadini rispetto agli stranieri o agli sconosciuti.

Lo studio, condotto in 17 paesi da scienziati della Vrije Universiteit Amsterdam e altrove, contraddice l’idea che solide istituzioni sociali promuovano la fiducia generale.

Invece, i risultati suggeriscono che la fiducia istituzionale pone ostacoli allo stabilire la fiducia a livello globale.

Forte orgoglio nazionale legato al favoritismo

Guidati dalla psicologa sociale Dott.ssa Giuliana Spadaro, i ricercatori hanno chiesto a oltre 3.200 partecipanti di fare giochi di fiducia con partner identificati come concittadini, stranieri o sconosciuti.

Hanno scoperto che coloro che esprimevano livelli più elevati di identificazione nazionale mostravano maggiori pregiudizi, offrendo più fiducia e generosità ai presunti connazionali.

Ciò è in linea con decenni di ricerca sulla teoria dell’identità sociale.

Il ruolo a sorpresa della fiducia istituzionale

Ancora più sorprendente è che il team del dottor Spadaro ha scoperto che la fiducia nelle istituzioni nazionali prevedeva anche un maggiore favoritismo all’interno del gruppo.

I partecipanti che consideravano le istituzioni nazionali efficaci, giuste e sicure hanno mostrato maggiori pregiudizi nel gioco, contraddicendo l’ipotesi di sicurezza materiale secondo cui le istituzioni coltivano la fiducia generale.

“I nostri risultati possono informare i cittadini sui potenziali fattori che potrebbero essere associati alla discriminazione, come l’identificazione nazionale o l’inserimento in istituzioni ben funzionanti”, ha affermato il dottor Spadaro.

Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire le cause della fiducia distorta ed esplorare se le istituzioni locali svolgono un ruolo diverso.

Dare un senso ai risultati

I risultati rivelano nuove intuizioni sui fattori complessi che guidano il favoritismo, anche se rimangono molte domande aperte.

Il team del dottor Spadaro non è stato sorpreso di scoprire che una forte identità nazionale era correlata al pregiudizio relativo alla fiducia in tutte le 17 società studiate.

Ciò è in linea con decenni di ricerca sulla teoria dell’identità sociale.

Tuttavia, il ruolo della fiducia nelle istituzioni è stato più sconcertante.

I risultati contraddicono l’ipotesi della sicurezza materiale secondo cui istituzioni sociali efficaci dovrebbero coltivare la fiducia generale.

A differenza delle ricerche passate, lo studio ha misurato le percezioni individuali delle istituzioni piuttosto che parametri oggettivi della performance istituzionale.

Gli autori suggeriscono ulteriori studi per verificare se questa misura soggettiva corrisponde alla realtà.

I gruppi coinvolti possono anche aiutare a spiegare i risultati.

I partecipanti hanno interagito con partner di altri paesi, fuori dalla portata delle istituzioni condivise.

Ciò differisce dalle ricerche precedenti in cui gli ingroup e gli outgroup vivevano sotto le stesse istituzioni nazionali.

Ulteriori analisi hanno fornito alcune prove contro l’idea che la mancanza di istituzioni condivise spieghi pienamente i risultati.

Ma sono necessarie ulteriori ricerche su come le istituzioni locali modellano i pregiudizi.

“La misura in cui queste due dimensioni contribuiscono a due diversi processi che si traducono nel favoritismo dell’ingroup rimane un argomento per indagini future”, ha affermato il dottor Spadaro.

Sebbene preliminari, questi risultati iniziali evidenziano i potenziali ostacoli che la fiducia istituzionale può porre per stabilire la fiducia globale.

Ulteriori ricerche sono fondamentali per svelare le sfumature delle dinamiche sociali in gioco.

Team internazionale di autori

Il dottor Spadaro, del dipartimento di psicologia della Vrije Universiteit Amsterdam, ha condotto lo studio, che è stato pubblicato il 26 giugno 2023.

I coautori includono James H. Liu, Massey University, Albany, Nuova Zelanda; Robert Jiqi Zhang.

Massey University, Albany, Nuova Zelanda; Homero Gil De Zúñiga.

Università di Salamanca, Spagna; e Daniel Balliet, Vrije Universiteit Amsterdam, Paesi Bassi