Un nuovo studio rivela che i membri della criminalità organizzata hanno fiuto per la paura, o almeno un occhio attento per le espressioni facciali spaventose.
Una nuova ricerca dell’Università di Pavia ha scoperto che i membri dei gruppi criminali organizzati hanno una maggiore capacità di riconoscere la paura negli altri.
Lo studio, pubblicato il 1 febbraio sulla rivista Cognizione ed emozionesuggerisce che le capacità di riconoscimento delle emozioni possono essere utilizzate strategicamente dai membri della criminalità organizzata per raggiungere i loro obiettivi illeciti.
Fornisce inoltre nuove informazioni sulle competenze emotive necessarie ai membri della criminalità organizzata per esercitare il controllo e mantenere il potere sui propri territori e sui propri pari.
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Mettere alla prova la paura dietro le sbarre
Lo studio è stato condotto in due penitenziari italiani.
I partecipanti erano tutti uomini, nativi o di madrelingua italiana molto abili, che non avevano storia di disturbi neurologici o psichiatrici.
I 100 detenuti coinvolti nello studio sono stati divisi in due gruppi: un gruppo di 50 autori di reati di criminalità organizzata e un altro gruppo di 50 autori di reati di criminalità non organizzata.
È stato incluso anche un gruppo di controllo di 50 non autori di reato.
È stato ottenuto il consenso informato da tutti i partecipanti e sono stati valutati il funzionamento cognitivo, la capacità di ragionamento, l’ansia, la depressione e i tratti psicopatici.
L’Emotion Recognition Task (ERT) è stato utilizzato per valutare la capacità dei partecipanti di riconoscere le espressioni facciali delle emozioni.
Questo compito consiste in una serie di immagini di volti che mostrano emozioni diverse e ai partecipanti viene chiesto di identificare l’emozione espressa.
Le emozioni testate includono paura, felicità e disgusto.
Risultati
I risultati hanno mostrato che gli autori di reati di criminalità organizzata erano in grado di riconoscere meglio le espressioni facciali spaventose rispetto agli autori di reati di criminalità non organizzata e ai non delinquenti.
Quanto meglio? Per ogni aumento di un’unità nei punteggi di riconoscimento della paura, le probabilità di appartenere al gruppo OC aumentavano di un fattore cinque.
Lo studio ha anche scoperto che i risultati non erano influenzati da ansia, depressione o tratti psicopatici.
Perché i membri della criminalità organizzata sono più bravi a riconoscere un volto spaventoso?
I ricercatori suggeriscono che i membri dell’OC potrebbero aver bisogno di particolari competenze emotive per esercitare potere sugli individui presi di mira per controllare i territori e ottenere rispetto nel loro gruppo.
Ad esempio, i membri di OC possono utilizzare la loro elevata capacità di riconoscere le espressioni facciali spaventose per intimidire gli altri attraverso l’uso effettivo o potenziale di minacce e violenza.
Ciò, a sua volta, potrebbe consentire loro di guadagnarsi rispetto e di stabilire gerarchie di potere all’interno del gruppo OC.
Limitazioni e direzioni future
Questo studio presenta alcune limitazioni.
Ad esempio, i risultati potrebbero non essere generalizzabili ad altri gruppi di criminalità organizzata, poiché esistono diversi tipi di mafie nel mondo, come le mafie cinese e russa e il cartello messicano, le cui culture interne e organizzazioni sociali differiscono l’una dall’altra.
Allo stesso modo, lo studio non ha valutato la capacità di riconoscere altre emozioni, come la felicità e il disgusto, che potrebbero essere importanti anche per le interazioni sociali.
Questo studio si aggiunge al crescente corpus di ricerche sull’intelligenza emotiva dei criminali e offre uno sguardo sulle competenze che possono essere utilizzate dai membri della criminalità organizzata per raggiungere i propri obiettivi.
Quindi, la prossima volta che ti trovi faccia a faccia con un membro della mafia, fai attenzione: potrebbero semplicemente leggere le tue emozioni come un romanzo poliziesco.